Seminario Formulas
Venerdì 28 aprile 2017 ore 12, Aula Musmeci, Ex Mattatoio, Largo G.B. Marzi 10
Il Tempio di Salomone e le sue colonne. Teoria e prassi tra XVI e XVIII secolo
Stefania Tuzi, Sapienza Università di Roma
Il seminario si terrà nell’ambito della lezione del corso Matematica – Curve e Superfici
Abstract: Come ha scritto Jean Bazin “se dovessi scegliere un emblema dell’arte sacra barocca sceglierei la colonna salomonica”. Queste colonne dette anche tortili racchiudono, nella loro stessa forma simbolica, l’antica memoria di una mitica origine “divina” dell’architettura. Con la Controriforma forme e spazi ispirati al Tempio di Salomone si moltiplicano nell’architettura sacra in tutti i paesi cattolici. Il Tempio viene riproposto ma senza attenzione archeologica: gli artisti sono principalmente interessati ai dettagli decorativi non alla struttura architettonica e le colonne tortili o salomoniche, con la loro forma inusuale, vengono utilizzate con sempre maggiore frequenza per rappresentare simbolicamente il Tempio. La fortuna di queste Colonne deriva da una leggenda secondo la quale le antiche colonne della pergula costantiniana a S. Pietro erano spoglio del Tempio di Salomone a Gerusalemme.
A partire dal Cinquecento la loro rappresentazione diviene sempre più frequente in pittura e in architettura, anche grazie ai Trattati che ne definiscono la corretta tracciatura ed arrivano a codificarle come un nuovo ordine architettonico: il “salomonico intero”, “mosaico” o “corinzio supremo”. Si deve, però, alla fortuna del Baldacchino berniniano, che unisce il prestigio biblico con le nuove qualità plastiche, perché il loro uso si diffonda in retablos, cori e facciate di edifici religiosi, fino a raggiungere nel mondo ispanico proporzioni impressionanti.
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Articolo scritto da Paola Magrone