Una serie di seminari di ricerca su temi matematici di interesse anche architettonico. Gli argomenti spaziano dalla visualizzazione e parametrizzazione di superfici al rilievo e ricostruzione di pavimentazioni storiche, a problemi aperti in analisi matematica, tanto facilmente descrivibili, quanto difficilmente risolubili.
Giovedì 11 maggio 2017 ore 14.30 , Aula Nervi, Ex Mattatoio, Largo G.B. Marzi 10
Leonardo Fibonacci e la rinascita della matematica in Occidente
Enrico Giusti (Università di Firenze, Il Giardino di Archimede)
Venerdì 28 aprile 2017 ore 12:00 Aula Musmeci, Ex Mattatoio, Largo G.B. Marzi 10
Stefania Tuzi, Sapienza Università di Roma
Il Tempio di Salomone e le sue colonne. Teoria e prassi tra XVI e XVIII secolo
Il seminario si terrà nell’ambito della lezione del corso Matematica – Curve e Superfici
Abstract: Come ha scritto Jean Bazin “se dovessi scegliere un emblema dell’arte sacra barocca sceglierei la colonna salomonica”. Queste colonne dette anche tortili racchiudono, nella loro stessa forma simbolica, l’antica memoria di una mitica origine “divina” dell’architettura. Con la Controriforma forme e spazi ispirati al Tempio di Salomone si moltiplicano nell’architettura sacra in tutti i paesi cattolici. Il Tempio viene riproposto ma senza attenzione archeologica: gli artisti sono principalmente interessati ai dettagli decorativi non alla struttura architettonica e le colonne tortili o salomoniche, con la loro forma inusuale, vengono utilizzate con sempre maggiore frequenza per rappresentare simbolicamente il Tempio. La fortuna di queste Colonne deriva da una leggenda secondo la quale le antiche colonne della pergula costantiniana a S. Pietro erano spoglio del Tempio di Salomone a Gerusalemme.
A partire dal Cinquecento la loro rappresentazione diviene sempre più frequente in pittura e in architettura, anche grazie ai Trattati che ne definiscono la corretta tracciatura ed arrivano a codificarle come un nuovo ordine architettonico: il “salomonico intero”, “mosaico” o “corinzio supremo”. Si deve, però, alla fortuna del Baldacchino berniniano, che unisce il prestigio biblico con le nuove qualità plastiche, perché il loro uso si diffonda in retablos, cori e facciate di edifici religiosi, fino a raggiungere nel mondo ispanico proporzioni impressionanti.
Seminari precedenti
Mercoledì 25 gennaio, ore 14:30 Aula Nervi, Ex Mattatoio, Largo G.B. Marzi 10
Roberto Natalini, IAC
Modelli matematici dell’autoorganizzazione degli aggregati cellulari
Abstract:
Uno dei grandi problemi biologici è dato dalla morfogenesi, ossia il modo in cui si aggregano le cellule per dare vita a organismi complessi. In questo seminario presenterò alcuni tentativi per
costruire modelli matematici soddisfacenti per descrivere la formazione di aggregati cellulari. Uno degli aspetti notevoli di queste ricerche è che non sempre i modelli della matematica del
continuo riescono a descrivere l’evoluzione di sistemi biologici complessi. Tra gli altri esporrò alcuni risultati recenti sull’organizzazione spaziale di piccoli aggregati di cellule
staminali. Mentre le cellule vengono trattate a livello discreto, le equazioni delle specie chimiche rimangono trattate con equazioni alle derivate parziali. Questo approccio verrà illustrato nel caso della morfogenesi di neuromasti negli embrioni di pesci zebra, e nella formazione di cardiosfere composte da precursori di cellule staminali cardiache umane.
Venerdì 2 dicembre 2016 ore 14.00, Aula Ersoch, Ex Mattatoio, Largo G.B. Marzi 10
Maria Luisa Spreafico, Politecnico di Torino
Matematica e origami per l’architettura e la tecnologia
seminario nell’ambito della lezione di Istituzioni Matematiche 2 A e B, a canali riuniti
Negli ultimi trent’anni l’antica arte giapponese della piegatura della carta è stata oggetto di rinnovato interesse da un punto di vista scientifico, con notevoli ricadute in ingegneria, disegno industriale, architettura e tecnologia in generale. In questo seminario viene data un’idea della matematica utilizzata per progettare alcuni modelli di volte e di quella necessaria per rispondere a precise caratteristiche dei modelli tecnologici.
Mercoledi 16 novembre ore 14.30, aula Nervi, Ex-Mattatoio, Largo G. B. Marzi 10,
La Meccanica di Erone in lingua persiana: un inaspettato rinvenimento fra le carte dell’Emissario del Re Sole
Giuseppina Ferriello, studiosa di storia della scienza comparata
La penuria delle fonti tradotte in lingue europee ha indotto gli studiosi occidentali a rimanere vincolati a giudizi di carattere esclusivamente estetico, mentre restano irrisolte incognite fondamentali quali l’individuazione delle possibili interferenze fra gli scritti e le fonti occidentali, l’identificazione di integrazioni e l’utilizzo dei testi transitati da una lingua all’altra.
Il fortunoso ritrovamento di un manoscritto erroneamente classificato da E. Blochet, nel 1912, come “testo di cinematica con figure geometriche”, in realtà versione persiana del II Libro della Meccanica di Erone senza il teorema di Archimede ma con aggiunte di varie macchine composte, ha dato un notevole contributo all’argomento convalidando un legame tra le fonti, ancorché in lingue differenti.
Il casuale rinvenimento rimette in discussione il cammino dei testi scritti transitati dal mondo occidentale greco-romano a quello iranico-arabo; ne rimarca l’utilizzo e l’ “integrazione” con nuovi esercizi, come nel caso del codice conservato alla sezione manoscritti orientali della Bibliothèque Nationale de France di Parigi appartenuto a François Pétis de la Croix emissario del Re Sole.
Successivi rinvenimenti di manoscritti e di un testo a stampa edito nel 1952 solamente in persiano – attribuito ad Avicenna – ma apocrifo – attesta la diffusione del testo eroniano in un’area vasta e in vari periodi. Le rassomiglianze fra i lavori sono convalidate da similitudini dei disegni, che accomunano le versioni persiane con il testo arabo: Kitâb fî raf‘a al-ašiyâ al-thaqîlah: versione araba di Qustâ Ibn Luqâ al-Ba’albakki (m. 912) tradotta in francese da Carra De Vaux e pubblicata sul Journal Asiatique nel 1893-1894 sulla base dell’OR 51 di Leiden, ritenuto, a fine Ottocento, unico manoscritto della Meccanica di Erone disponibile in Europa.
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