Maria Gaetana Agnesi
La vita, le opere e le scelte controcorrente di una delle più importanti personalità scientifiche del Settecento europeo, ricordata oggi da Google insieme alla curva matematica che porta il suo nome.
Elisabetta Intini su Focus
Il volto incorniciato nell’elegante Doodle di oggi, venerdì 16 maggio, è quello di Maria Gaetana Agnesi, erudita e matematica milanese del Settecento (1718-1799) nota in tutta Europa sia per il profilo intellettuale sia come benefattrice. Oggi la donna compirebbe 296 anni e Google la celebra insieme alla versiera, un tipo di curva piana che Maria Gaetana Agnesi descrisse nel suo più celebre trattato, le Istituzioni Analitiche ad uso della Gioventù (1748)
Ragazza prodigio
Di famiglia colta, prima di 21 figli, si mostrò sin dalla più tenera età particolarmente votata allo studio: si dice che prima di compiere 20 anni sapesse già parlare sette lingue (oltre all’italiano, latino, francese, tedesco, spagnolo, greco, ebraico). Questa attitudine convinse il padre a investire sulla sua istruzione e a indirizzarla in particolare alle scienze matematiche e alla filosofia.
Grazie ai contatti della sua famiglia, che si era guadagnata un nome nell’industria della seta, e alla conoscenza del monaco Ramiro Rampinelli, docente di matematica a Padova, Maria Gaetana Agnesi conobbe i più importanti esponenti dell’illuminismo cattolico lombardo: nel salotto della sua casa poteva capitare di vedere Cesare Beccaria, Giuseppe Parini, Alessandro e Pietro Verri impegnati in dissertazioni matematiche.
Grande divulgatrice
Fu in questo contesto che la giovane donna, appassionatasi allo studio della geometria e dell’algebra, pubblicò, a soli 30 anni, i due volumi delle Istituzioni Analitiche ad uso della Gioventù, un tentativo di sistemazione delle più recenti scoperte sul calcolo infinitesimale pubblicato in italiano (e non in latino come si usava a quel tempo) e poi, in tutta Europa, anche in francese e in inglese.
Nell’opera, indirizzata ai principianti della matematica, Maria Gaetana Agnesi espone, con un linguaggio chiaro e asciutto, i principi base dell’algebra, della geometria analitica e del calcolo differenziale e integrale. Descrive, con una precisione mai raggiunta fino a quel momento, la versiera, una curva dalla forma a campana costruibile attraverso alcuni semplici procedimenti geometrici, ed esprimibile, in analisi matematica, con una una funzione cubica, già studiata da matematici precedenti del calibro di Pierre de Fermat.
La curva rappresentata dal Doodle è proprio una versiera, termine che, a causa di un errore di traduzione, venne reso in inglese con l’espressione “witch of Agnesi”, “la strega di Agnesi” (il traduttore aveva scambiato la parola versiera con avversiera, “avversaria di Dio” e, quindi, strega).
Una decisione coraggiosa
L’opera ottenne un successo internazionale e fu considerata “la migliore introduzione ai lavori di Eulero”. L’imperatrice Maria Teresa d’Austria, a cui il trattato era dedicato, regalò a Maria Gaetana preziosi gioielli, e papa Benedetto XIV la nominò professore di Matematica e filosofia naturale all’Università di Bologna, dove però, come accadde anche ad altre scienziate, non le venne mai consentito di insegnare.
Ma fu proprio al culmine della carriera che Maria Gaetana Agnesi prese una scelta controcorrente: alla morte del padre, nel 1752, mise da parte gli studi per dedicarsi alla beneficienza. Con i soldi messi da parte e con la vendita dei preziosi gioielli che le erano stati donati, mise in piedi una struttura dedicata alle persone con problemi mentali.
L’arcivescovo di Milano, Giuseppe Pozzobonelli, le chiese di assumere la direzione del Pio Albergo Trivulzio di Milano (attivo ancora oggi), e la donna accettò di buon grado dedicandosi a questa attività fino alla sua morte, sopraggiunta all’età di 80 anni. Fu questa predilezione per il prossimo bisognoso – e la scelta, poi accantonata, di prendere i voti – a far guadagnare a Maria Gaetana Agnese il soprannome di ricercatrice di Cristo.